LA VAL DI FIEMME ed IL TREKKING DELLE LEGGENDE
Il Trekking delle Leggende (http://www.trekking.trentino.to/cms-01.00/articolo.asp?IDcms=834&s=1&l=it) è un’iniziativa nata nel 2006 per offrire all’escursionista esigente la possibilità di percorrere circa 200 Km di sentieri tra storia e natura sui monti che circondano le magnifiche Val di Fiemme , Val di Fassa e San Martino Castrozza ( vedasi cartina allegata).
Per quanto ottenuto ringrazio la simpaticissima Nadia dell’Azienda del Turismo della Val di Fiemme che sarà ben felice di fornire ulteriori dettagli e spedire gratuitamente il DVD del Trekking delle Leggende ( mailto:nadia.delvai@valdifiemme.info ) e le guide Riccardo e Franco che mi hanno accompagnato lungo i sentieri della Catena del LAGORAI.
Il primo giorno di ambientamento ho avuto come guida il sig. Albino, proprietario dell’albergo SASS MAOR di Predazzo, che si prodiga tutti i giorni sia d’estate che d’inverno per consentire ai suoi ospiti di conoscere i monti che circondano le vallate.
Abbiamo fatto un’escursione sui monti LATEMAR seguendo il percorso :
Pampeago (1757 m) – Rifugio Zischgalm - Sentiero Geologico 504 – Passo Feudo – Sentiero 516 fino alla quota 2329 m – Sentiero 22 fino al monte Oberholz – Sentiero 23 fino alla Malga La Mens – Ritorno al rifugio Zischgalm e quindi Pampeago.
Il secondo giorno ho voluto provare la sensazione dell’ escursione in solitudine ed ho rifatto in parte il percorso del giorno precedente spingendomi ben oltre in un percorso sicuramente più impegnativo ma di grande bellezza :
Pampeago (1757 m) – Rifugio Zischgalm - Sentiero Geologico 504 – Passo Feudo – Sentiero 516 – Rifugio Torre di Pisa – Sentiero 18 per Forcella dei Camosci fino a ritrovare il monte Oberholz.
Una variante con dislivello minimo parte dalla Forcella dei Camosci prosegue sull'altopiano sul sentiero nr° 516 fino alla Forcella dei Campanili, con panorama sul Lago di Carezza, la Val d'Ega e il Catinaccio. Si rientra alla Forcella dei Camosci sullo stesso sentiero e si prosegue sul sentiero 23 fino alla Malga La Mens – Ritorno al rifugio Zischgalm e quindi Pampeago.
L’immagine non rende la visione del monolite : l’effetto è quello di vedere una torre pendente come quella di Pisa. Il paesaggio comunque è veramente notevole e vale tutto il sudore necessario al raggiungimento dell’obiettivo.
Il Catinaccio visto dalla Forcella dei Campanili
Lungo il percorso , fino alla quota di 2300 m circa , è possibile osservare la bellezza della flora : piccole stelle alpine, anemoni gialli e genziane blu cobalto contornati da innumerevoli altri fiori e dovunque bellissimi cespugli di rododendri.
Le successive escursioni sono state fatte con guida sui sentieri del Gruppo LAGORAI ; a mio avviso la natura più selvaggia e la vastità del comprensorio devono consigliare gli escursionisti meno esperti a non avventurarsi in questa zona senza una guida.
Rispetto al LATEMAR la zona del LAGORAI è costituita da rocce porfiriche che trattengono l’acqua e quindi è facile trovare ruscelli di acqua limpidissima e numerosi laghetti di origine glaciale.
La natura boschiva di pini cembri è rigogliosissima ed ha dato luogo ad alberi monumentali che vale sicuramente la pena di vedere . Vi riporto per comodità il sito che descrive tali fenomeni e la loro posizione http://www.valdifiemme.info/alberiMonumentali/alberimonumentali.htm
Nelle escursioni fatte sono riuscito a vedere l’ ETERNO ed il RE LEONE .
L'Eterno
Il Re Leone
L’escursione , che io chiamo dei laghi, è partita dalla Malga di Valmaggiore dove si arriva in auto percorrendo un sentiero sterrato lungo 5-6 Km da Predazzo. Mi soffermo sulle malghe che si incontrano su questi sentieri perché sono molto belle e caratteristiche ed offrono un sicuro rifugio all’escursionista.
Il Trekking delle Leggende in realtà nasce con l’idea di utilizzare queste malghe come rifugio notturno per rimanere in quota e in prossimità dei sentieri. E’ evidente che occorre uno spirito di adattamento ma ritengo che chi compie questo sacrificio vivrà qualcosa che gli rimarrà dentro per sempre.
L’Agenzia Turistica comunque ha ovviato a queste difficoltà con una serie di trasferimenti in auto o pulmino in modo da trasferire gli escursionisti tra l’albergo ed i sentieri.
MALGA VALMAGGIORE
Il percorso dei laghi si è sviluppato sul seguente tracciato :
Malga Valmaggiore – Sentiero 339 – Lago di Moregna – Sentiero 349 – Lago Brutto – Lago delle Trutte o Trote – Forcella Coldosè –Sentiero 349 fino al Rifugio Cauriol. In questo rifugio è stato allestito un piccolo ma ben organizzato museo della guerra che vale la pena di visitare. I reperti bellici sono situati su una rete attaccata al controsoffitto del rifugio e ci sono bombe a mano, elmetti e munizioni varie sistemati su alcune mensole dietro ai tavoli dove si consumano degli ottimi piatti tipici trentini.
Il sentiero 349 è una mulattiera costruita nella Prima Guerra Mondiale dai soldati italiani ed è molto suggestivo ripercorrere questo vie sapendo quanta sofferenza hanno visto in tanta gioventù.
Rifugio austriaco
Lungo questi sentieri è difficile incontrare qualcuno e quindi si ha la sensazione di vivere un’avventura personalissima. Ho avuto la fortuna di vedere il volo di un’aquila , peccato non sono riuscito a filmarla, ascoltare il fischio delle marmotte e qualche volta vederle.
Lago di Moregna e Malga di Moregna
Lago Brutto ( non ha niente di brutto !!!)
Veduta dalla Forcella Coldosè
L’itinerario dell’escursione successiva ha preso il via dalla Malga Manghen che di fatto rappresenta l’ingresso alla Val di Fiemme.
Riporto l’itinerario completo dell’escursione che ritengo la più bella fatta in questi giorni :
Malga Manghen – Sentiero 322/A su cui si incontra l’Eterno – Lago delle Buse – Visita al Re Leone ( è necessario abbandonare il 322/A e seguire le indicazioni con una certa attenzione per non mancare un bellissimo obiettivo ) – Sentiero 322/A costeggiando il Montalon , la Pala del Becco fino alla Forcella Montalon – Sentiero 362 passando per la Malga Cazzorga - Malga Stellune e lago di Stellune – Sentiero 321 per la Forcella di Val Moena – discesa lungo i sentieri 317 e 317/B fino alla Casera delle Capre.
A conclusione della mia vacanza , ma non certamente degli itinerari a disposizione, l’ultimo giorno ho fatto una puntatina per vedere due monti singolari per la loro posizione : il Corno Bianco ed il Corno Nero.
Il Corno Bianco è chiamato così perchè è fatto di dolomia ed il Corno Nero porta questo nome dalla roccia porfirica che lo costituisce.
Due sentinelle a guardia delle vallate che invitano il viaggiatore al rispetto della natura e della sua bellezza.
Questa è la cartina dei sentieri che potrete trovare sul sito del Trekking delle Leggende.
Arrivederci.